Ragionando di voti

Occorre valutare tutti allo stesso modo o tener conto delle differenze individuali? Esistono alternative al voto? Come evitare che il voto da mezzo diventi fine?

Sono alcune delle questioni discusse da studenti e docenti il 3 maggio 2023 durante il secondo incontro del progetto Metascuola, a cura dei docenti Patrizia Filella, Giacomo Siniscalchi e Antonio Vigilante. Oltre al dirigente, professor Frati, all'incontro ha partecipato anche il professor Simone Giusti, docente di Didattica della letteratura italiana all'Università di Siena.

Invitati ad avere un rapporto più sereno con la valutazione, gli studenti hanno osservato che diverse circostanze spingono a cercare voti alti, anche in assenza di una reale motivazione allo studio. Da un lato le famiglie, che spesso premono affinché i figli abbiano voti eccellenti, dall'altro il mondo universitario, che richiede voti alti alla maturità per l'ammissione ad alcune facoltà. Ma lo stesso registro elettronico favorisce la corsa alla media più alta, offrendo ossessivamente un grafico dell'andamento didattico. "Mi sembra di essere un titolo in borsa, che sale e scende", ha commentato lo studente Francesco Volpe.

Dalla discussione sono emerse pratiche di valutazione centrate sul controllo, a volte perfino sulla punizione, più che sul sostegno all'apprendimento, mentre la valutazione, ha ricordato il professor Giusti, è parte integrante del processo di insegnamento, serve da un lato ad accompagnare lo studente nel suo processo di crescita, dall'altro a migliorare la stessa didattica del docente. Alcune difficoltà nella valutazione, ha notato Giusti, derivano dal fatto che i docenti, in quanto tali, rappresentano coloro che per così dire ce l'hanno fatta; coloro che sono usciti vincenti dal percorso scolastico. Di qui la difficoltà dei docenti di considerare i problemi della scuola assumendo il punto di vista di chi è in difficoltà.